Terme

Krimiso

Chi non ama rilassarsi facendosi cullare da acque termali? Credo tutti, almeno una volta l’anno lo desideriamo e magari ce lo concediamo pure.

E qui è possibile farlo, sia seguendo gli standard di uno stabilimento termale sia che amiate i bagni liberi.

Le terme segestane si trovano in contrada Ponte Bagni, direzione Calatafimi

L’acqua arriva ad una temperatura di 47 gradi. Nelle vicinanze delle terme di Ponte Bagni si uniscono il Fiume caldo ed il Fiume freddo, uniti sfociano nel golfo di Castellammare con il nome di fiume di San Bartolomeo.

Le acque termali di Ponte Bagni erano conosciute già da tempi antichissimi e su di esse nacquero racconti mitici e di culto: sappiamo per esempio dal filosofo del II secolo d. C. Claudio Eliano, che i Segestani veneravano una divinità fluviale a forma umana, il dio Krimiso, che scorre nelle vicinanze di Segesta, identificato con il Fiume Caldo, che unendosi al Fiume Freddo, forma il fiume San Bartolomeo.

Questa uno dei tanti racconti misti tra mitologia e storia: un’altra leggenda racconta del fiume, che i Segestani chiamarono Krimiso, ritratto come una giovane cacciatrice con le tipiche corna fluviali nei tetradrammi segestani.

Una leggenda in particolare narra di 3 bellissime fanciulle troiane, che, per sottrarsi all’odio del tiranno Laomedonte, fuggirono da Troia e, dopo un lunghissimo viaggio per mare, sbarcarono alla foce del Krimiso, il quale si innamorò di una delle fanciulle, Egesta, e per restare tra le sue braccia si tramutò in cane. Dall’amore tra Krimiso ed Egesta, nacque Aceste, fondatore di Segesta.

Di fronte alle terme, inoltre, si alza un piccolo colle su cui gli Arabi costruirono un castello chiamato Calathamet, cioè Castello delle Terme. Si tratta di un sito fortificato, nato in epoca araba, proprio vicino il luogo sacro delle terme di Segesta e su cui, in epoca romana, si trovava la stazione della via Valeria AQUIS SEGESTANIS SIVE PINCIANIS. Con la decadenza di Segesta, Calathamet era diventato ricco ed importante, non solo politicamente, ma anche economicamente. Fu ancora più fortificato durante i Normanni e dato in feudo a Rinaldo De Tmiron.

Sono state fatte alcune indagini archeologiche negli anni ‘80 che hanno messo in luce un borgo fortificato, una chiesa ed altre strutture funzionali alla vita quotidiana. Oggi non è visitabile per il suo stato di abbandono.

Oggi i bagni liberi sono immersi tra canneti e tamerici e racchiusi tra pareti di roccia di travertino bianco striato di rosa e sgorga da tre sorgenti: il Bagno delle Femmine, Grotta Regina e Nuova Sorgente che affiorano direttamente nelle acque dell’antico fiume Caldo.

E’ ideale per chi soffre di malattie reumatiche e di problemi cutanei.

 

Credits: Francesco Anselmo, Gaetano Punzi, Laura Criscenti

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