L’Italia senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto. La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra… chi li ha visti una sola volta, li possederà per tutta la vita.
Così ebbe a dire lo scrittore e drammaturgo tedesco Johann Wolfgang Goethe, quando nel 1987 terminò il suo viaggio in Italia visitando la Sicilia. Era rimasto estasiato dai colori, dai sapori, dal clima, dalle tradizioni e dalle impronte delle varie civiltà antiche che l’hanno popolata dandole una miscela di identità.
Sono molteplici le ragioni per cui visitare la Sicilia, una terra che appaga le aspettative di ogni visitatore con la sua prorompente bellezza naturalistica e non solo.
Oggi vi facciamo scoprire la nostra provincia siciliana più nord-occidentale, quella del trapanese, e vi sveliamo le 10 cose da fare se venite in vacanza nel golfo di Castellammare e dintorni.
1 RISERVA NATURALE DELLO ZINGARO. Si estende nel tratto di costa che va da San Vito lo Capo a Castellammare del Golfo, 7 chilometri di natura incontaminata, dove la vegetazione spontanea è un’esplosione di colori: olivastri, mandorli e carrubbi si mescolano alle rigogliose distese di palme nane e alle numerose ed eleganti E’ una delle riserve più famose d’Italia, ricca di suggestive calette dove il mare è limpido e cristallino. Rappresenta un vero e proprio paradiso terrestre. E’ un luogo da visitare a piedi, non solo per la sua natura non intaccata dall’operato umano, ma anche per non disturbare la quarantina di specie di uccelli che vi nidificano, tra cui l’Aquila del Bonelli, la Poiana, il Nibbio, il Gheppio e la fauna endemica
2. SCOPELLO. Frazione di Castellammare del Golfo, Scopello è una piccola perla che si affaccia sul mare. Il borgo probabilmente prende il nome dai suoi faraglioni (scopelos in greco) che emergono imponenti dall’acqua, di fronte l’antica tonnara, nonché una delle più importanti della Sicilia, costruita nel XIII secolo e dismessa soltanto nel 1981.
Questi elementi, insieme, fanno da cornice a questo luogo che si presenta come un piccolo paradiso. Vi si arriva facilmente attraverso un tragitto che si snoda su una stradina da percorrere a piedi. Il mare ricco di insenature e dal fondale cristallino è ideale per chi ama i tuffi e le immersioni. Altrettanto carismatica è la baia di Guidaloca, più a sud, spiaggia di piccole dimensioni ma dalla curiosa forma ad anfiteatro in cui la ghiaia bianchissima riflette i raggi del sole che donano al mare tonalità e atmosfere da sogno.
3. ERICE Incantevole borgo medievale, uno dei più belli d’Italia, situato sul Monte Erice offre panorami indimenticabili dal suo giardino “Balio” che circonda il Castello di Venere, il punto più alto della città.
E’ un luogo suggestivo caratterizzato da un labirinto di stradine acciottolate e da varchi. Le case, serrate le une alle altre, hanno graziosi e curati cortili interni. La città è visitabile in tutte le stagioni poiché presenta due volti, quello assolato e caldo delle giornate estive, quando la luce inonda le stradine e si può ammirare al meglio il panorama sulla vallata e sul mare, e quello delle giornate invernali quando, avvolta nelle nebbia, la cittadina sembra ricongiungersi ancora di più alle sue radici medievali e dona al visitatore la sensazione di essere giunto in un luogo fuori dal tempo e dalla realtà. Degna di nota è la Cattedrale ericina e il centro studi internazionale Ettore Majorana (centro sismologico).
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4. SELINUNTE. Sintesi di storia, cultura e sicilianità, questa antica città greca non può essere tralasciata. I ruderi della città si trovano sul territorio del comune di Castelvetrano, nella parte meridionale della provincia di Trapani, e costituiscono il più grande parco archeologico d’Europa.
Sull’acropoli vi sono alcuni templi insieme ad altre costruzioni secondarie, mentre altri templi si trovano su di una collina poco lontana.
Molti edifici si sono rovinati in seguito a sismi avvenuti in epoca medievale, tuttavia alcuni interventi hanno permesso di ricostruire quasi completamente il Tempio E (il cosiddetto tempio di Hera), e di rialzare in gran parte uno dei lati lunghi del Tempio C. Le sculture trovate negli scavi di Selinunte si trovano soprattutto nel Museo Nazionale Archeologico di Palermo. Fa eccezione l’opera più famosa, l’Efebo di Selinunte, che oggi è esposto presso il Museo Civico di Castelvetrano.
5. SEGESTA. Sulla stessa scia si colloca questo piccolo sito archeologico dove è possibile ammirare un imponente tempio in stile Dorico, ancora in piedi per come è stato lasciato (incompleto) e un anfiteatro in parte scavato nella roccia della collina. Sorge sul Monte Barbaro, nel comune di Calatafimi Segesta, a circa 15 chilometri da Alcamo e da Castellammare del Golfo. Un altrettanto parco suggestivo, impronta dell’antica civiltà greca, caratterizzato anche dalla sua posizione che dalla sommità regala un panorama eccezionale: la vista sul tempio e sull’intera valle.
6. LE SALINE E L’ISOLA DI MOZIA. E’ una riserva che si estende tra Trapani e Paceco comprendendo una fascia costiera di quasi 1000 ettari. Affidata al WWF, è costituita da saline di proprietà privata in cui viene praticata l’estrazione del sale secondo le tecniche tradizionali in uso da secoli. Quello a cui si assiste è la visione di un ambiente reso ancor più suggestivo dalla presenza di numerosi mulini a vento e dal forte impatto paesaggistico delle montagnole di sale sparse, soprattutto nel periodo che va da luglio a settembre. Un luogo da visitare soprattutto al tramonto, quando l’intero paesaggio si colora di rosso, arancio e giallo in contrasto con il bianco del sale, offrendo uno spettacolo magico. La riserva è inoltre un’importante zona umida in cui numerose specie di uccelli migratori trovano riparo come il fenicottero rosa, l’airone bianco maggiore e il gabbiano roseo, una caratteristica che attira fotografi da tutta Europa.
Lo Stagnone nell’antichità, in particolare in epoca fenicia, era un luogo strategicamente importante per la presenza dell’isola di Mozia, influente e sicuro centro commerciale fenicio per gli scambi tra Oriente e Occidente. Mozia sorge sull’isola di San Pantaleo ed è una delle aree archeologiche più ricche del trapanese. L’isola permette piacevoli passeggiate e la visita al museo archeologico Whitaker.
7. LE ISOLE EGADI Favignana, Levanzo e Marettimo si specchiano su Trapani. Molto diverse tra loro, le tre isole nel tempo diventano sempre più preda di visitatori da tutta Europa. Favignana si estende su un territorio piano, ricca di calette e spiagge adatte a tutta la famiglia, è quella più ricercata con un vero e proprio centro abitato.
Levanzo invece è un’isola tranquilla, ideale per chi una vacanza in totale relax e per chi vuole immergersi nella quiete della natura. Da segnalare Cala Minnula e la Grotta del Genovese uno dei più importanti siti archeologici d’Italia, con le sue incisioni e pitture rupestri risalenti al paleolitico superiore (9680 a.C.)..
Marettimo è la più distante dalla costa trapanese. Affascinante isola rocciosa, è nota per le sue grotte raggiungibili solo dal mare e per il Monte Falcone, il suo punto più alto. Un posto ideale per chi ama il trekking.
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8. SAN VITO LO CAPO. Famosa località balneare, con tre chilometri di spiaggia dorata, si estende dal Golfo di Macari fino alla parte occidentale della Riserva dello Zingaro. San Vito Lo Capo si trova in una zona pianeggiate con un mare cristallino da un lato e verdeggiante fauna e caratteristiche rocce dall’altro, ma negli anni ha saputo anche reinventarsi passando da paese di pescatori a centro turistico della Sicilia Occidentale. E’ famosa infatti per gli eventi che propone, spesso anche di grande rilevanza come il Festival del Cous Cous, appuntamento chiave della lunga e importante programmazione estiva. Un evento non solo gastronomico, ma che tratta prima di tutto il delicato tema dell’integrazione tra i popoli, e il Festival degli Aquiloni, un evento coloratissimo dedicato a questo antico gioco, e adatto a tutti ma soprattutto ai più piccoli.
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9.CENTRO STORICO DI TRAPANI. La mitologia vuole che una falce caduta dalle mani di Cerere o di Saturno, quest’ultimo il tradizionale dio patrono della città, si mutò in una lingua di terra arcuata sulla quale sorse poi la città, per tale forma detta appunto Drepanon (“falce” in greco antico). Trapani, per la sua posizione geografica riflette in pieno l’essere dell’intera Sicilia, terra di conquiste e di culture diverse. Il centro storico, da pochi anni ristrutturato, offre la possibilità di godersi piacevoli passeggiate nelle vie principali come la Via Garibaldi, la Via Torrearsa e il Corso Vittorio Emanuele dove sorge la Cattedrale di San Lorenzo. A pochi metri, in via San Francesco D’Assisi, si trova la Chiesa del Purgatorio, famosa per ospitare i Misteri, pregiati gruppi scultorei che rappresentano la morte e la passione di Gesù Cristo. La Processione, una delle più lunghe in Italia, si svolge il Venerdì Santo e interessa l’intera città. Infine, le Mura di Tramontana ovvero le vecchie mura della città, nel lato nord trapanese, offrono ai visitatori un panorama molto suggestivo a pochi passi dal mare.
10. ENOGASTRONOMIA. Un altro buon motivo per visitare la zona del trapanese è senza dubbio la sua tradizione culinaria. Ogni provincia siciliana ha una sua tipica e variegata gastronomia, quella di Trapani risente, più di altre aree della Sicilia, del maggior numero di “contaminazioni” di altre cucine e in particolare dell’influenza araba. In particolare assume una fondamentale differenza nel massivo uso del pesce al posto della carne.
La prima pietanza da segnalare è un primo piatto, le busiate al pesto alla trapanese. La busiata è un tipo di pasta tipica che prende il suo nome dalla preparazione stessa: la pasta viene arrotolata attorno ad un bastoncino di legno, detto appunto “buso”, che gli conferisce sia la forma spiralata che il nome. Il pesto alla trapanese invece deriva dal pesto alla genovese. Infatti, nei secoli passati, quando Trapani era uno dei porti centrali del Mediterraneo e quindi tappa obbligata dai navigatori dell´epoca, i genovesi, che facevano rscalo frequentemente da queste parti, importarono il loro pesto che ha il basilico come ingrediente base. I trapanesi rielaborarono quel pesto rendendolo più compativile con i prodotti della loro terra: pomodori, mandorle ed aglio. Il risultato è un pesto molto saporito che rimane “intrappolato” nelle pieghe della pasta.
Un altro piatto tipico della zona è senza dubbio il cous-cous. Reso famoso dal cous cous fest di San Vito lo Capo, è un piatto che si è diffuso in tutto il mediterraneo partendo dal nord Africa. La ricetta del cous cous tipica del territorio è quella a base di pesce.
Naturalmente altre pietanze tipiche della zona non possono che essere tutte quelle a base di pesce, soprattutto prodotti di tonnara: affettato di tonno, pesce spada affumicato, trancio di tonno alla griglia, bottarga di tonno. Questo è dovuto alla presenza di numeroso tonnare sulle coste della provincia dovuta alla traiettoria migratoria dei tonni che passa proprio dalle acque della provincia di Trapani.
Non mancano ovviamente i dolci, da segnalare in particolare sono i cannoli di Dattilo, frazione del Comune di Paceco (Trapani), dove l’arte pasticcera e la produzione del cannolo siciliano si è talmente specializzata da essere conosciuta in tutta l’isola. Questo tipo di cannolo differisce da quello classico per la misura decisamente “oversize” e per la ricotta grezza e granulosa, poco zuccherata, che unita alla croccantezza della scorza del cannolo garantisce una vera e propria esperienza culinaria. Altri dolci tipici da segnalare sono i bocconcini di Erice (dolcini di pasta reale con l’anima di marmellata di cedro al liquore), le graffe (bomboloni fritti farciti di crema di ricotta e gocce di cioccolato) e la granita ai gelsi.
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