Quante volte vi sarà capitato di perdervi nei ricordi di un odore, di un profumo così inebriante da rimanere quasi in estasi a lungo, come un lungo viaggio che la nostra memoria ci costringe a fare per riportarci proprio lì dove è nato tutto, Proust parlerebbe di profumi che evocano ricordi.
A me è capitato e capita spesso quando mi concedo uno di quei dolci tipici castellammaresi, i cassatedde, ovvero dei dolci di pasta frolla ripieni di ricotta di pecora, che sono una delizia.
Molti dei turisti dopo aver visitato la nostra città, e dopo essersi letteralmente persi all’interno del borgo marinaro, poi si concedono questo dolce tipico, come uno ristoro, meglio se accompagnate tutto con un bel passito di Pantelleria, che esalterà ancora di più con un raffinato equilibrio questi sapori tipicamente siciliani.
Il connubio perfetto della cassetedda che al primo morso vedrà sciogliersi la pasta frolla e l’incontro con la ricotta fresca lavorata vi sembrerà di essere in uno di questi luoghi di proustiana memoria, ed appena sarete arrivati all’ultimo morso, vi sembrerà un sacrilegio averlo terminato così in fretta, che per allungare ancora il suo sapore, vi concederete un buon bicchiere di passito di Pantelleria, che con la sua eleganza esalterà ogni sfaccettatura e sapore, donandovi quel benessere e quell’armonia, di chi si trova in un posto dove convivono perfettamente alfa ed omega.
Sì, proprio alfa ed omega, perché solo qui in questa terra, troverete la meraviglia della natura e l’incuranza per la stessa.
Le misteriose ed avventurose grotte del Monte Inici, che sono state rifugio dell’uomo preistorico e che con i sui ampi dedali di stalattiti, stalagmiti, saloni e vasche, sembra riportarci ad una dimensione lontana anni luce, dove il mistero si annida dietro ogni angolo, fermi solo ad ascoltare il bisbiglio dell’acqua, la voce delle grotte che ti induce ad immergerti nell’anima più profonda, non solo del posto, ma anche di te stesso. E poi quasi come un gioco, percorrendo le grotte, sembra di osservare un fondale marino, per quei coralli di roccia che troverete e per le canne d’organo, che sparsi, sembrano rieccheggiare proprio quasi come uno strumento, e poi il buio, l’immenso e sconfinato buio, che vi catapulterà in una dimensione ignota al mondo esterno.
E di alfa ed omega insieme questa cittadina è ricca, a volte sembra quasi orgogliosa delle sue contraddizioni che la rendono amabile, ma al contempo detestabile, da chi non ha mai vissuto qui.
Eppure il nostro borgo marinaro sa ammaliare, come un’abile incantatrice, i suoi visitatori, ma solo chi la osserva e la vive a pieno, se ne innamorerà, perdonandole, come un’amante fa nei confronti della sua amata, le sue debolezze e la sua negligenza.